Non tutti si sono accorti, magari neanche chi quelle poche righe ha scritto, che all’interno del maxi-emendamento sulle intercettazioni passato alla Camera con voto di fiducia l’altro giorno, è stata inserita una legge che al comma 28 dell’art. 1 introduce nel nostro ordinamento l’obbligo di rettifica di qualsiasi testo sgradito a qualcuno entro 48 ore, pena una sanzione pecuniaria fino a 25 milioni di vecchie lire per tutti i titolari di siti informatici.
Avete idea di cosa significa? Se la cosa dovesse rimanere in questi termini, chiunque potrà mandare una mail ad un blogger ed in generale a qualsiasi sito che abbia la seppur minima impronta informativa (penso ai newsgroup, bacheche elettroniche, forum), chiedendo la pubblicazione di una rettifica.
Per carità, nulla di antidemocratico in tutto questo, ma i termini perentori entro i quali gestire questo tipo di richieste, valutarne la fondatezza e procedere alla “riparazione”, sarebbero attività inconciliabile con la maggior parte dei siti che hanno dimensione “amatoriale” e [more]che costituiscono la blogosfera. Si rischierà, nel migliore dei casi, di costituire un elemento disincentivante che scoraggerebbe la maggior parte dei blogger e altri “titolari di siti informatici” a trattare argomenti “sensibili” e di forte impatto politico e sociale. Quelli appunto più suscettibili di “correzione”.
Questa mia stessa riflessione (ammesso che non fosse vera, constatatane la mendicità, valutatene le ragioni), al sopraggiungere di una richiesta di rettifica, dovrebbe essere da me esplicata entro 48 ore……. e se sono al mare, in montagna o al cesso a cagare? Chi leggerà la mail in cui mi si chiede la rettifica? Chi provvederà alla rettifica stessa? Ma soprattutto, visto che le prime due cose non potrò sicuramente farle, chi mi darà i soldi per pagare la multa che inevitabilmente mi verrà notificata!?!?!
Vabbè, ho capito! Quasi quasi scrivo di qualche altro argomento così me ne starò più tranquillo sulla tazza del cesso